Monti, per l’under 10 ci si affida all’esperienza: ecco Motta e Battilana

ROVIGO – “Qui cerchiamo di lavorare in prospettiva: prima che creare veri giocatori di rugby vorremmo provare a formare veri uomini”.
Alberto Motta, educatore dell’under 10 targata Monti Rugby Rovigo Junior, ha le idee chiare, anzi chiarissime: “Questo sport meraviglioso è allo stesso tempo scuola e palestra di vita, per me il rugby è un mezzo non il fine. Divertirsi imparando? Perché no, è davvero il massimo, quel che conta di più è combattere la routine: se i ragazzi si annoiano noi abbiamo fallito e loro prima o poi abbandoneranno lo sport”. Da due anni nelle giovanili rossoblù, Motta ha alle spalle un’esperienza ventennale nella pallaovale: fondatore nel 1998, poi presidente e allenatore (tuttofare) della C’è l’Este Rugby, è passato anche da Monselice e Badia prima di approdare in via Alfieri.
Ad affiancarlo, anche lui alla terza stagione in Monti, c’è Paolo Battilana: da giocatore, tre anni nel vivaio nostrano prima di una lunga parentesi a Villadose per chiudere quindi con due campionati in biancazzurro a Badia. “A quest’età – spiega – già si cominciano a imparare le basi e a vedere i primi placcaggi. È il momento in cui affiora l’attitudine allo sport per cui il lavoro di preparazione fisica, pur commisurato all’età dei ragazzi, è fondamentale anche per far capire che nel rugby si suda e si fatica tanto…”.
Da Battilana arriva anche un forte richiamo al ruolo dei genitori: “Considero il loro sostegno importante, sono i primi tifosi e motivatori, se non aggiungono stress in un momento delicato come la partita ma invece sostengono moralmente i ragazzi, l’apporto che possono dare si può completare con quello degli allenatori. Sono una componente imprescindibile del meccanismo”.
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